venerdì 30 marzo 2012

PKD


A volte mi capita di leggere qualcosa di uno scrittore accreditato e non capirla, così penso che forse sono io a non comprenderla, ma poi mi dico: "Magari è lui che non si è sforzato più di tanto. Magari aveva intenzione di rendersi comprensibile solo a pochi eletti. Magari ha scritto solo per scrivere...".
L'altro giorno mi è capitata una lettera di Philip Dick al suo editore, Dick è uno che mi piace, che non vuole essere fraiteso e guardate un po' cosa scrive, come scrive, è impossibile equivocare:

"Caro Carl [editore di 'Scintillation', rivista su cui compare il presente scritto],
Dovresti ormai aver ricevuto il mio contributo di cinque pagine che ieri ho scritto per te. Be', ho deciso di mandarne una copia in Germania, a Uwe Anton, che mi ha chiesto di inviargli qualcos'altro dopo che gli avevo spedito alcuni brani di 'Deus Irae', l'imminente romanzo firmato da me e Roger Zelazny (sai, Anton sta cercando di mettere insieme un'edizione PKD [Philip Kindred Dick]). Oggi ho scritto altre tre pagine da aggiungere alle cinque, solo per l'edizione tedesca, ma poi ho pensato: 'Cavolo, perchè non mandarne una copia a Carl per vedere se vuole aggiungerle alle altre, magari spiegando che Phil le aveva originariamente scritte per l'edizione tedesca...', anche se questo è già detto in quelle pagine stesse. Vedi tu. In ogni caso, eccoti le tre pagine aggiuntive per il pezzo senza titolo che ti ho spedito il primo maggio: decidi tu se pubblicarle o meno. Okay? Ma poi, a ripensarci, mi sembra un po' una cagata andare a dire le cose all'estero e non dirle anche qui negli Stati Uniti. Capirai cosa intendo non appena avrai letto l'allegato." (1976)

venerdì 16 marzo 2012

martedì 13 marzo 2012

Meditate gente...

Da quando ho lasciato
il monastero del Loto Bianco,
la mia vita è passata
nell’allegria e nella spensieratezza
un bastone in malacca nera
mi accompagna sempre
il vestito in tessuto lungo sette piedi
è strappato simile a del fumo
la notte, nella mia capanna d’erba,
alla finestra buia io ascolto la pioggia
nella primavera dei cento fiori,
io gioco a palla sui grandi viali
se un passante che cammina m’interroga
io rispondo
”io sono un uomo pigro
in un’epoca di pace”.
(Ryokan)

Naturalmente il tizio in foto non è ryokan (旅館), che in giapponese vuol dire struttura abitativa tradizionale - il cui stile risale all’epoca Edo (1603-1868) -, bensì un simpatico barbone, anzi clochard, che, guardate un po’ cosa scrive di sè:

Dormo alla stazione… e poi me ne vado a vedere il TG (TG1, 2 o TG5… poco importa) al bar della stazione… dove vedo la TV gratis, senza pagare l’odiato canone…

Arrivano le prime notizie!!!

Il Governo aumenta la benzina:

… hi … hi, Io me ne frego!!!

Il Governo aumenta l’ICI:

Mi faccio due grasse risate, tanto dormo alla stazione…

Il Governo mette una tassa sui Conti Correnti…

… Mi ci stravolgo dalle risate…

Aumenta l’IVA di 2 punti… mi ci spancio dalle risa…

… il Mibtel scende e lo Spred sale…

…Ma che è??? Roba che si mangia???

Non mi fanno neppure le multe con l’autovelox e per divieto di sosta… perché non ho neppure l’auto… e il mio carrellino per portarmi dietro i cartoni e le mie cianfrusaglie non ha la targa…

…e se mi chiedono tasse arretrate…

Non le pago…

Perché…

NO TENGO DINERO!!!

http://www.youtube.com/watch?v=q3KfsUXiO9c&feature=player_embedded#!