martedì 20 novembre 2012

LEGGE DEL TRE




«Ogni cosa che si fa torna indietro tre volte nel bene e tre volte nel male. Se si fa del bene si riceverà tre volte il bene, se si fa del male si riceverà tre volte il male. Non bisogna però fare del bene nell'attesa della ricompensa.»
 (Legge del tre)




Nella religione Wicca la Legge del Tre è un principio adottato da alcuni aderenti della religione stessa.
Questa legge compare per la prima volta in una delle pubblicazioni di Gerald Gardner e lui stesso affermò di averla letta nel "Libro delle Ombre" così come ne era entrato in possesso attraverso la congrega della New Forest. È una legge riservata alle streghe e agli stregoni e alle loro operazioni magiche, un monito che vuole significare che ciò che mandi nel bene e nel male ritornerà triplicato.
Secondo questa legge ogni cosa che facciamo ci torna indietro tre volte nel bene e tre volte nel male. Se si fa del bene si riceverà tre volte il bene, se fai del male si riceverà tre volte il male. Non bisogna però fare del bene nell'attesa della ricompensa. Può quindi esser visto come una motivazione pragmatica per seguire un comportamento etico.
In tutta la tradizione esoterica non si fa mai menzione di questa legge. Probabilmente, come afferma Doreen Valiente che conobbe Gardner di persona, questa fu un'invenzione dello stesso Gardner a cui molte streghe aderirono. La legge fu uno dei motivi di dissidio con la Valiente che le fecero abbandonare la congrega di Gardner. Non sembrano esserci ragioni tradizionali che testimonino l'esistenza di una legge del tre come formulata da Gardner, ed è anche d'obbligo chiedersi perché ciò che fai deve tornare tre volte e non tredici o sette o cinque volte.
Molti wiccan non aderiscono alla legge del tre, anche se questa legge viene definita come una delle leggi fondanti la Wicca. Certo se si nega la legge del tre, non si può non negare che nel momento in cui si attua un procedimento magico un'azione scatena una reazione e bisogna tenerne conto.
Ciò che tradizionalmente si tramanda è il colpo di ritorno. La maggior parte delle streghe sapevano che quando si effettua qualcosa contro la volontà di qualcuno, in particolare se si intende nuocere a qualcuno, può accadere che le energie che adoperiamo e i sentimenti che suscitiamo ci si rivoltino contro; questo accade soprattutto se la persona che vogliamo colpire è in grado di respingere il nostro attacco: le forze che abbiamo scatenato ripercorrono il percorso all'indietro e si scaricano su di noi. Inoltre nel tornare a noi esse raccolgono tutte le energie che trovano lungo il cammino, per questo il colpo di ritorno è sempre più potente dell'incantesimo originario, poiché la forza che non si scarica diventa un polo attrattivo per le forze della stessa natura. Per questo tutte le volte che si opera è sempre necessario prestare attenzione e proteggersi dagli eventuali effetti di quello che scateniamo. Questo non è un divieto, ma un avvertimento. La legge del tre è un monito moderno, ma il colpo di ritorno era ed è un evento temutissimo da maghi e streghe, che hanno escogitato di tutto per scongiurarne gli effetti.
Ovviamente il colpo di ritorno riguarda soprattutto le energie negative che possono essere scatenate da persone senza scrupolo, tuttavia anche operazioni apparentemente positive possono diventare negative, soprattutto quando cerchiamo di forzare una persona alla nostra volontà, come per esempio costringerla ad amarci se non vuole. Nessuno pone limiti a quello che si può fare, l'importante è considerare sempre con saggezza la natura delle forze con cui ci si misura.

martedì 9 ottobre 2012

LONE RANGER





Vorrei solo dire che Tonto è un indiano Apache Tonto e invece, quello interpretato da Johnny, pare un Crow. Poi, per il resto, sono sicuro che sarà un bello spettacolo J

mercoledì 8 agosto 2012

ITACA - Konstantinos Kavafis




Se per Itaca volgi il tuo viaggio
fa voti che ti sia lunga la via
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
o Poseidone incollerito: mai
troverai tali mostri sulla via,
se resta alto il tuo pensiero e squisita
è l'emozione che ti tocca il cuore
e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi
né Poseidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore davanti a te.

Fa voti che ti sia lunga la via
E siano tanti i mattini d'estate
che ti vedano entrare in porti
sconosciuti prima
Fa scalo negli empori dei fenici
per acquistare bella mercanzia
madrepore e coralli, ebani e ambre,
voluttuosi aromi di ogni sorta.
Recati in molte città dell'Egitto
a imparare dai sapienti.

Itaca tiene sempre nella mente.
La tua sorte ti segnerà l'approdo.
Ma non precipitare il tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni, che vecchio
tu finalmente attracchi all'isola,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze.

Itaca ti ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti in più.

E se la ritrovi povera, Itaca non ti ha illuso.
Reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un Itaca.

[trad. F. M. Pontani (1961)]



mercoledì 20 giugno 2012

BUON COMPLEANNO per domani (:


                                                                                                                            Foto di Laura

martedì 22 maggio 2012

martedì 15 maggio 2012

domenica 13 maggio 2012

4 傀儡


Il sogno dei sogni.
Se ci credi, lo puoi fare,
se ci credi, lo puoi dimostrare,
ma solo se è vero.


(Kon-Tiki, 13/5/2005)

sabato 28 aprile 2012

venerdì 27 aprile 2012

Mani in alto!



Cari amici cow-bois e amiche cow-girls, è lo sceriffo Woody che vi parla e che vi dice di tenere le orecchie belle tese come un coyote delle praterie, perché ha una storia da raccontarvi.

C'era una volta un povero vecchierello, che aveva gli occhi appannati, era sordo e gli tremavano le ginocchia. A tavola riusciva a stento a tenere il cucchiaio, versava la minestra sulla tovaglia e gliene colava un po' anche fuori dalla bocca. Il figlio e la nuora ne erano disgustati; e cosi, alla fine, il vecchio nonno dovette sedersi nell'angolo dietro la stufa e gli diedero la sua minestra in una scodellina di terra e in quantità assai scarsa. Il nonno guardava tristemente verso la tavola e gli s'inumidivano gli occhi. Una volta le sue mani tremanti non riuscirono neppure a tenere ferma la scodella, che cadde in terra e si ruppe. La giovane donna lo sgridò, ma egli sospirò e non disse nulla. Allora ella gli comprò una scodellina di legno da pochi centesimi e in quella egli dovette mangiare. Mentre se ne stavan così seduti, il nipotino di quattro anni, per terra metteva assieme delle assicelle.
“Cosa fai?” gli domandò il padre.
“Faccio un piccolo truogiolo,” rispose il bambino, “perchè ci mangino il babbo e mamma, quando sarò grande”.
Allora marito e moglie stettero un po' a guardarsi e poi si misero a piangere; e subito condussero a tavola il vecchio nonno e da allora in poi lo fecero sempre mangiar con loro e non dicevano più nulla quando si sbrodolava un po'.

Quindi, mi raccomando piccoli amici, non trattate mai male i nonnini, perchè la vita è una ruota e tutti siamo destinati ad invecchiare.

(Da le Fiabe dei fratelli Grimm: Il vecchio nonno e il nipotino).

venerdì 30 marzo 2012

PKD


A volte mi capita di leggere qualcosa di uno scrittore accreditato e non capirla, così penso che forse sono io a non comprenderla, ma poi mi dico: "Magari è lui che non si è sforzato più di tanto. Magari aveva intenzione di rendersi comprensibile solo a pochi eletti. Magari ha scritto solo per scrivere...".
L'altro giorno mi è capitata una lettera di Philip Dick al suo editore, Dick è uno che mi piace, che non vuole essere fraiteso e guardate un po' cosa scrive, come scrive, è impossibile equivocare:

"Caro Carl [editore di 'Scintillation', rivista su cui compare il presente scritto],
Dovresti ormai aver ricevuto il mio contributo di cinque pagine che ieri ho scritto per te. Be', ho deciso di mandarne una copia in Germania, a Uwe Anton, che mi ha chiesto di inviargli qualcos'altro dopo che gli avevo spedito alcuni brani di 'Deus Irae', l'imminente romanzo firmato da me e Roger Zelazny (sai, Anton sta cercando di mettere insieme un'edizione PKD [Philip Kindred Dick]). Oggi ho scritto altre tre pagine da aggiungere alle cinque, solo per l'edizione tedesca, ma poi ho pensato: 'Cavolo, perchè non mandarne una copia a Carl per vedere se vuole aggiungerle alle altre, magari spiegando che Phil le aveva originariamente scritte per l'edizione tedesca...', anche se questo è già detto in quelle pagine stesse. Vedi tu. In ogni caso, eccoti le tre pagine aggiuntive per il pezzo senza titolo che ti ho spedito il primo maggio: decidi tu se pubblicarle o meno. Okay? Ma poi, a ripensarci, mi sembra un po' una cagata andare a dire le cose all'estero e non dirle anche qui negli Stati Uniti. Capirai cosa intendo non appena avrai letto l'allegato." (1976)

venerdì 16 marzo 2012

martedì 13 marzo 2012

Meditate gente...

Da quando ho lasciato
il monastero del Loto Bianco,
la mia vita è passata
nell’allegria e nella spensieratezza
un bastone in malacca nera
mi accompagna sempre
il vestito in tessuto lungo sette piedi
è strappato simile a del fumo
la notte, nella mia capanna d’erba,
alla finestra buia io ascolto la pioggia
nella primavera dei cento fiori,
io gioco a palla sui grandi viali
se un passante che cammina m’interroga
io rispondo
”io sono un uomo pigro
in un’epoca di pace”.
(Ryokan)

Naturalmente il tizio in foto non è ryokan (旅館), che in giapponese vuol dire struttura abitativa tradizionale - il cui stile risale all’epoca Edo (1603-1868) -, bensì un simpatico barbone, anzi clochard, che, guardate un po’ cosa scrive di sè:

Dormo alla stazione… e poi me ne vado a vedere il TG (TG1, 2 o TG5… poco importa) al bar della stazione… dove vedo la TV gratis, senza pagare l’odiato canone…

Arrivano le prime notizie!!!

Il Governo aumenta la benzina:

… hi … hi, Io me ne frego!!!

Il Governo aumenta l’ICI:

Mi faccio due grasse risate, tanto dormo alla stazione…

Il Governo mette una tassa sui Conti Correnti…

… Mi ci stravolgo dalle risate…

Aumenta l’IVA di 2 punti… mi ci spancio dalle risa…

… il Mibtel scende e lo Spred sale…

…Ma che è??? Roba che si mangia???

Non mi fanno neppure le multe con l’autovelox e per divieto di sosta… perché non ho neppure l’auto… e il mio carrellino per portarmi dietro i cartoni e le mie cianfrusaglie non ha la targa…

…e se mi chiedono tasse arretrate…

Non le pago…

Perché…

NO TENGO DINERO!!!

http://www.youtube.com/watch?v=q3KfsUXiO9c&feature=player_embedded#!


martedì 28 febbraio 2012

Pensiero


La TAV non ci porta da Torino a Lione in 3 ore, ma ad Atene in 5 minuti...


martedì 21 febbraio 2012

Caro "Uomo"

Caro uomo, ti vorrei informare di cosa proviamo noi che stiamo nei canili. Non lo abbiamo deciso noi di venire al mondo, né tantomeno di essere abbandonati. E se salvassi uno solo di noi e se lo dicessi ai tuoi amici e loro facessero altrettanto, tutto sarebbe più facile e bello…

Ma, alla fine, noi siamo i randagi che hanno chiuso in un canile senza un perché.

Noi siamo i randagi che una volta avevano una cuccia calda e che ora si trovano in una gabbia al freddo.

Noi siamo i randagi con cui una volta giocavi e che rischiavano la vita per te.

Noi siamo i randagi…

(Laura J)

giovedì 9 febbraio 2012

Che fare?

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giovedì 19 gennaio 2012

Se non si apre...

Senza chiave non apriamo quel che si apre con la chiave che lo apre, e a quale scopo scoprire qualcosa che rimarrebbe comunque chiuso, noi, non avendo, la suddetta chiave che invece lo aprirebbe avendola?!

Comprendi?

lunedì 16 gennaio 2012

Tao




DISASTRO


"Notte muta e nera,

Fuoco improvviso.

Distruzione."


Arriva un tempo in cui il disastro colpisce. È così travolgente, che possiamo solo accettarlo. Il disastro altera il corso dei nostri giorni, del nostro lavoro, dei nostri stessi pensieri. Siamo tentati di odiarlo, ma non serve. Non possiamo dire che il disastro ce l’aveva con noi, sebbene i suoi esiti siano stati mortali, così come è difficile dire che ci ha “mandato all’aria” i piani: perché in un attimo, ha sconvolto letteralmente la nostra esistenza.

Il disastro è una cosa naturale, non una maledizione degli dèi, né una punizione. Scaturisce da un’interazione tra forze: il terremoto dalle pressioni sotterranee, l’uragano dal vento e dalla pioggia, l’incendio improvviso da una scintilla. Di fronte a un grande disastro, subito ci chiediamo: <<Perché?>> Invece non dovremmo permettere alla superstizione di interferire, impedendoci di accettare le cose con calma e obbiettività. Nessun dio ci viene a trovare seminando distruzione.

I disastri possono cambiarci profondamente, ma passano. Dobbiamo aggrapparci alle nostre convinzioni più radicate e ricordare i nostri intenti. Se restare cenere, o diventare araba fenice, dipende da noi.




RISANAMENTO


“Il fuoco si raffredda.

L’acqua cerca l’equilibrio.”



Per quanto estreme, le situazioni cambiano: non possono protrarsi in eterno. Così, l’incendio di una grande foresta è destinato ad estinguersi, e il mare in tempesta a placarsi. Gli eventi naturali si bilanciano cercando il proprio opposto, e questo processo di ricerca dell’equilibrio sta alla base di ogni risanamento.

È un processo che richiede tempo. Se l’evento è di piccola portata, basterà una compensazione leggera. Se è straordinario, allora potranno occorrere giorni, anni, persino vite intere perché le cose tornino in equilibrio. Ma, senza questi sbilanciamenti, la vita sarebbe priva di movimenti. Una centratura, un equilibrio totale significherebbero la mera stasi. La vita, invece, è il succedersi ininterrotto di distruzione e risanamento.

Per questo i saggi conservano la pazienza anche nelle situazioni più estreme: si tratti di una malattia, di una calamità naturale o della loro stessa ira, essi sanno che allo sconvolgimento seguirà la stabilità.

giovedì 5 gennaio 2012