giovedì 19 gennaio 2012

Se non si apre...

Senza chiave non apriamo quel che si apre con la chiave che lo apre, e a quale scopo scoprire qualcosa che rimarrebbe comunque chiuso, noi, non avendo, la suddetta chiave che invece lo aprirebbe avendola?!

Comprendi?

lunedì 16 gennaio 2012

Tao




DISASTRO


"Notte muta e nera,

Fuoco improvviso.

Distruzione."


Arriva un tempo in cui il disastro colpisce. È così travolgente, che possiamo solo accettarlo. Il disastro altera il corso dei nostri giorni, del nostro lavoro, dei nostri stessi pensieri. Siamo tentati di odiarlo, ma non serve. Non possiamo dire che il disastro ce l’aveva con noi, sebbene i suoi esiti siano stati mortali, così come è difficile dire che ci ha “mandato all’aria” i piani: perché in un attimo, ha sconvolto letteralmente la nostra esistenza.

Il disastro è una cosa naturale, non una maledizione degli dèi, né una punizione. Scaturisce da un’interazione tra forze: il terremoto dalle pressioni sotterranee, l’uragano dal vento e dalla pioggia, l’incendio improvviso da una scintilla. Di fronte a un grande disastro, subito ci chiediamo: <<Perché?>> Invece non dovremmo permettere alla superstizione di interferire, impedendoci di accettare le cose con calma e obbiettività. Nessun dio ci viene a trovare seminando distruzione.

I disastri possono cambiarci profondamente, ma passano. Dobbiamo aggrapparci alle nostre convinzioni più radicate e ricordare i nostri intenti. Se restare cenere, o diventare araba fenice, dipende da noi.




RISANAMENTO


“Il fuoco si raffredda.

L’acqua cerca l’equilibrio.”



Per quanto estreme, le situazioni cambiano: non possono protrarsi in eterno. Così, l’incendio di una grande foresta è destinato ad estinguersi, e il mare in tempesta a placarsi. Gli eventi naturali si bilanciano cercando il proprio opposto, e questo processo di ricerca dell’equilibrio sta alla base di ogni risanamento.

È un processo che richiede tempo. Se l’evento è di piccola portata, basterà una compensazione leggera. Se è straordinario, allora potranno occorrere giorni, anni, persino vite intere perché le cose tornino in equilibrio. Ma, senza questi sbilanciamenti, la vita sarebbe priva di movimenti. Una centratura, un equilibrio totale significherebbero la mera stasi. La vita, invece, è il succedersi ininterrotto di distruzione e risanamento.

Per questo i saggi conservano la pazienza anche nelle situazioni più estreme: si tratti di una malattia, di una calamità naturale o della loro stessa ira, essi sanno che allo sconvolgimento seguirà la stabilità.

giovedì 5 gennaio 2012