A bordo del Kissamos giungo al Pireo. La nave è affollatissima, raccoglie i numerosi passeggeri che sono rimasti bloccati per lo sciopero, molti sono studenti e insegnanti che hanno concluso le vacanze-studio e gli Erasmus.
Lo sbarco richiede circa un'ora e rimanere in angusti corridoi muovendosi a micro-passi, peggio che all'uscita dalla chiesa alla messa delle 10 negli anni'60, non è per nulla un'esperienza piacevole. Se fosse capitato un imprevisto, salvarsi sarebbe stato impossibile.
Finalmente sono sulla banchina, è ancora buio. Accendo le luci e mi metto in marcia verso Corinto.
Pedalo da alcune ore bello tranquillo lungo lo stradone, quando mi affianca questo tizio
e mi fa:
"Ehi Max! Come si fa a diventare un Avengers?"
"Eh, amico..." gli rispondo. "Devi parlare col Capitano".
Mostra le dita a "V" in segno di saluto e se ne va sogommando con gli scarichi in fiamme.
Ecco lo Stretto di Corinto.
Dato che sto bene continuo a Pedalare fino a Nafplio, una bellissima città che è stata anche la prima capitale dello Stato Greco. Qui campeggi non ce ne sono, mi tocca andare a Tolo, portando così a160 i km della giornata odierna. Stanco ma felice: Sono nel Peloponneso!☺
La mattina pedalo con direzione Gythio, una faticaccia boia. Salite lunghissime, durissime, sfibranti, nella mente e nel fisico che deve trascinare i 35 kg di peso supplementare su queste ripide pendenze. I chilometri di oggi saranno infine 90 e tutti inaspettatamente ostici. O forse sono io a trovarli tali perché non ho recuperato la fatica dei giorni scorsi.
Arrivo al Camping Meltemi e mi concedo un giorno di riposo. È il 28 ottobre, il Giorno del No, Festa Nazionale dal 1940, giorno in cui il governo e il popolo greco rifiutarno l'ingresso in Grecia alle truppe di Mussolini.
Ed eccomi qua! Perfettamente solidale con gli Ellenici.
Ghityo, che in antichità si chiamava Cranae, era l'antico porto di Sparta. La spiegazione dettagliata di tutto ciò, la si può trovare nel bel libro di Fermor, "Mani".
Mani è il nome di questa regione. Una terra dura, abitata da uomini coriacei, che si dice discendano dagli antichi spartani. Il Mani vanta il privilegio di non essere mai stato conquistato, non conosce invasioni, neppure quelle turche. Persino i pirati navigavano alla larga dalle coste maniote. Pensate che quando nasceva un bimbo, gli adulti dicevano: "È arrivato un nuovo fucile".
Sono nuovamente in viaggio direzione Kalamata, la patria delle olive. Ma prima mi attende Areopoli e poi Vathia, la più bella ghost town che io abbia mai visto.
La foto non da la percezione di quanto sia grande quest'albero, ma vi garantisco che è enorme. Non sembra anche a voi che abbia la forma di un gigantesco cuore?
Alla sera mi cucino una pasta, o del riso, alla luce della mia pila frontale. Mangio ed entro in tenda infreddolito. Leggo un po' e mi addormento presto. Però mi sveglio anche presto e aspetto l'alba e poi che il sole scaldi. Mi viene in mente una frase Lakota che ho letto da qualche parte: " Sono come l'orso, mi siedo sulle zampe e aspetto il sorgere del sole".
Ci sono tanti gattini che vivono qui. Alcuni cacciano, ma quasi tutti si nutrono delle elemosine dei campeggiatori.
Nessun commento:
Posta un commento